Robert M. Price è un teologo e scrittore americano,
autore di libri molto critici sulla religione.
Si dichiara un "ateo cristiano" ed è molto scettico
sull'esistenza storica di Gesù.
Alcuni spezzoni dal suo libro "Christ a Fiction":
"Gesù fu infine "storicizzato", ridisegnato come essere umano del passato (un po' come è già successo a Sansone, Enoch, Jabal, Gad, Joshua figlio di Nun, e vari altri antichi dei Israeliti).
Come parti di questo processo, ci sono stati vari tentativi indipendenti di collocare Gesù nella storia recente, gettando la colpa per la sua morte su questo o quel probabile candidato, scelto tra ben noti tiranni tra cui Erode Antipa, Ponzio Pilato, e perfino Alessandro Gianneo nel primo secolo a.C.!
Ora, se la morte di Gesù fosse un reale evento storico ben noto ai suoi testimoni oculari, non ci sarebbe semplicemente stato modo di vedere nascere una tale varietà di versioni, differenti tra loro su punti tanto fondamentali!
E se i primi Cristiani avessero realmente ricordato la passione come una serie di eventi recenti, perché i primi racconti evangelici della crocifissione tirano per le lunghe l'intero conciso racconto con citazioni rubacchiate senza dirlo dal Salmo 22?
Perché 1 Pietro (la 1^ lettera di S.Pietro) non ha niente di più dettagliato di Isaia 53 per impinguare il suo racconto delle sofferenze di Gesù?
Perché Matteo arricchisce la versione di Marco, non con la tradizione storica o con i ricordi dei testimoni oculari, ma con altre citazioni, questa volta da Zaccaria e dalla Sapienza di Salomone?
Perciò mi trovo ad essere sempre più attratto dalla teoria, un tempo vigorosamente dibattuta dagli studiosi, e ora soffocata per tacito consenso, che non c'era nessun Gesù storico dietro i vetri colorati della mitologia evangelica, ma egli è invece un personaggio di fantasia.
In grandi linee ed in dettaglio, la vita di Gesù come è rappresentata nei vangeli corrisponde all'archetipo mondiale dell'Eroe Mitico in cui la nascita di un eroe divino è concepita e predetta in modo soprannaturale, l'eroe neonato sfugge a tentativi di ucciderlo, dimostra la propria precoce saggezza già da bambino, riceve un incarico divino, sconfigge dei demoni, guadagna acclamazioni, è osannato come re, poi tradito, perdendo il favore popolare, giustiziato, spesso in cima a una collina, ed è discolpato e assunto in cielo.
Queste caratteristiche si ritrovano in tutto il mondo nei miti eroici ed epici.
I più simili a presunte biografie, come quelli di Ercole, Apollonio di Tiana, Padma Sambhava e Gautama Buddha, corrispondono a questo tipo di intreccio, su cui è probabile che gli storici possano concludere che una figura storica è stata trasfigurata dal mito.
E nel caso di Gesù Cristo, dove praticamente ogni dettaglio della storia si adatta all'archetipo dell'eroe mitico, senza niente di aggiunto, senza nessun dato biografico "secolare", per esempio, diventa arbitrario affermare che c'è stata una figura storica dietro al mito.
In particolare, le storie della passione dei vangeli mi colpiscono in quanto del tutto simili ai miti contemporanei di salvatori che muoiono e risorgono, come Osiride, Tammuz, Baal, Attis, Adone, Ercole ed Esculapio.
Come per Gesù, di questi personaggi si credeva che avessero avuto una vita sulla terra, che fossero stati uccisi e fossero risuscitati poco dopo.
La loro morte e resurrezione era in molti casi celebrata ritualmente ad ogni primavera per annunciare il ritorno alla vita della vegetazione. In molti miti il corpo del salvatore è unto per la sepoltura, cercato da sante donne, e poi riappare vivo pochi giorni dopo."
(Robert M. Price, "Christ a Fiction", 1997)
La citazione è stata presa da questo sito:
http://www.andreagaddini.it/sacroplagio.html
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